Grano in crisi: prezzi in calo e agricoltori allarmati

Aumento dei costi di produzione e quotazioni in ribasso mettono a rischio la produzione cerealicola italiana

La Cia-Agricoltori italiano lancia l’allarme sulla situazione critica del mercato del grano duro, con quotazioni in costante calo e costi di produzione alle stelle. Di recente, il prezzo del grano duro è sceso di altre 30 euro a tonnellata alla Borsa Merci di Foggia, aggravando la preoccupazione degli agricoltori.

Molti si chiedono quali criteri vengano utilizzati per decidere le quotazioni, in un contesto in cui la produzione nazionale del 2022 è stata inferiore alla media storica, e le scorte nei Paesi di maggior produzione si stanno ripristinando dopo scarsi raccolti causati da calamità. La situazione attuale sembra indicare la presenza di speculazioni sul mercato del grano.

Il presidente del Gruppo di lavoro Cereali di Cia, Leonardo Moscaritolo, sottolinea il rischio che sempre più agricoltori abbandonino la produzione cerealicola a causa del calo dei prezzi e dell’aumento dei costi di produzione, unito agli effetti della siccità. Inoltre, la nuova Riforma della PAC penalizza ulteriormente la cerealicoltura sia dal punto di vista economico che amministrativo-sanzionatorio.

La Cia chiede al Governo di intervenire, rafforzando gli strumenti di sostegno alla produzione come i contratti di filiera, ripristinando la CUN (Commissione Unica Nazionale), studiando un nuovo strumento che certifichi i costi di produzione e vigilando su ogni possibile speculazione. Il grano duro è la prima coltura a superfici in Italia, fondamentale per prodotti simbolo del made in Italy come il pane e la pasta.