Studenti potentini “ben informati” su mafia e pericolo sociale
In otto istituti la ricerca di Università di Napoli e Libera
Gli studenti delle scuole superiori della provincia di Potenza “sembrano ben informati e in grado di comprendere il concetto di mafia e il pericolo sociale che rappresenta”: è quanto emerge dalla ricerca plurimodale “Le mappe dell’illegalità. I varchi della presenza mafiosa in Basilicata”, condotta dal Dipartimento di scienze sociali dell’Università di Napoli “Federico II”, attraverso il Laboratorio interdisciplinare di ricerca su mafie e corruzione e l’associazione Libera, i cui risultati sono stati illustrati alla stampa, stamani, a Potenza. Per gli autori è risultato “fondamentale comprendere come la mafia venga percepita e rappresentata in Basilicata dove – secondo la relazione della Dia, non si riscontra una generica presenza di criminalità organizzata, ma un ampio repertorio di formazioni mafiose”. Sono state prese in esame le risposte di 1.171 studenti di età compresa tra i 14 e i 20 anni, degli istituti di Viggiano, Melfi, Maratea, Rionero, Lagonegro, Marsico Nuovo, Venosa e Marsicovetere, tutti in provincia di Potenza. La ricerca spazia dal concetto di legalità, definito dal 54 per cento degli studenti come “imparare a convivere con gli altri e a rispettarli”, ai comportamenti più gravi, sanzionati a norma di legge e socialmente (per il 56 per cento è “il consumo delle droghe pesanti”), fino al concetto stesso di mafia (per il 71 per cento è “un sistema organizzato di violenza e corruzione”). Sui luoghi di diffusione dell’illegalità, la maggior parte li individua nei Comuni, negli uffici comunali e nelle sedi di lavoro. “Intervenire su percorsi formativi, legati al contesto, fornendo ai giovani studenti una ‘cassetta degli attrezzi’ che li renda capaci di riconoscere situazioni e comportamenti che consentono di lasciare aperti varchi a illegalità e criminalità”, è stata la considerazione conclusiva della ricerca.