Crac Ferrovie Sud Est. 11 le misure cautelari ai domiciliari per bancarotta

Falsificazione dei bilanci d’esercizio, esternalizzazione dei servizi fondamentali a costi esagerati e moltiplicazione di incarichi e contratti di appalto a prezzi fuori mercato.

Un vero e proprio saccheggio dei fondi regionali quello che emerge dalle indagini sulla mala gestione delle Ferrovie Sud Est, partite nel 2007 e giunte a conclusione grazie anche alla relazione dell’ex commissario governativo Andrea Viero.

Tra le spese pazze, una bottiglia di vino acquistata per 2.600 euro da un’enoteca di Roma ed un autista personale con uno stipendio mensile di 14 mila euro riconducibili a Luigi Fiorillo, legale rappresentante e amministratore unico di Ferrovie Sud Est. Insieme a lui, undici persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza per il crac da 230 milioni di euro della società pugliese di trasporti.

Agli indagati la Procura di Bari contesta, a vario titolo, reati di bancarotta fraudolenta documentale, societaria e patrimoniale. Agli arresti domiciliari sono finiti anche Angelo Schiano, procuratore alle liti di Fse, Ferdinando Bitonte, amministratore di Eltel, Carlo Beltramelli, amministratore di Filben, ed ancora Carolina Neri, Gianluca Neri, Franco Cezza, Rita Giannuzzi, Gianluigi Cezza, Fabrizio Romano Camilli e Fausto Vittucci, quest’ultimo revisore dei conti.

Stando alle indagini della magistratura barese Fiorillo, in concorso con consulenti e funzionari della società e imprenditori, avrebbe dissipato o distratto fondi per centinaia di milioni di euro nell’arco di circa 20 anni. In totale sono indagate 29 persone, fra imprenditori, dirigenti e progettisti di Fse.

Un’indagine complessa ed articolata, giunta finalmente al suo epilogo, anche se l’inchiesta continuerà per raccogliere più dati possibili. L’auspicio è che adesso si possa restituire agli utenti treni più puliti, più efficienti e puntuali.