La Puglia ha speso 181 milioni di euro nel 2017 per far curare i propri pazienti fuori regione. Questo secondo il rapporto redatto dalla Fondazione Gimbe

Gli italiani, o meglio i meridionali, sono un popolo di “migranti della salute”. La Puglia ha speso 181 milioni di euro nel 2017, per far curare i propri pazienti fuori regione. Pazienti in fuga dalle regioni del Sud per visite e cure mediche in cliniche private o enti pubblici del centro e nord Italia. La fotografia per l’anno 2017 è redatta dalla Fondazione Gimbe che delinea un quadro relativo alla mobilità interregionale che vale 4,6 milioni di euro. I pazienti sono sempre più attratti dalle grandi regioni del Nord. Le prime mete sono Lombardia ed Emilia Romagna che insieme ricevono oltre 1/3 della mobilità attiva. Le Regioni da cui i residenti ‘fuggono’ sono invece Lazio (14%) e Campania (10%), che insieme contribuiscono a quasi il 25% della mobilità passiva. Il Sistema Sanitario italiano permette ai cittadini di essere assistiti in strutture sanitarie di Regioni differenti da quella di residenza: per valutare l’entità di questa mobilità interregionale si usano due indici, “la mobilità attiva”, che identifica l’attrattività di una Regione tramite le prestazioni offerte a cittadini non residenti, e la “mobilità passiva”, che esprime l’indice di fuga da una Regione e rappresenta una voce di debito. Dal Rapporto Gimbe emerge che le Regioni con saldo positivo superiore a 100 milioni sono del Nord, mentre quelle con saldo negativo maggiore di 100 milioni sono al Centro-Sud. 7,4% è il dato della Puglia relativo ai pazienti in fuga: 11 posizione per la Puglia sulla mobilità passiva, 18 esima su quella attiva.