Arriva il “no” dell’Ordine dei geologi della Puglia al Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi

Tanti gli elementi di criticità individuati dall’Ordine dei geologi

L’Ordine dei geologi della Puglia, in riferimento alla proposta di Carta nazionale delle aree idonee ad ospitare il Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi e annesso Parco tecnologico, sostiene il suo fermo “no” alla realizzazione di siti pugliesi.

L’Ordine infatti, partecipando al percorso della regione Puglia per definire le osservazioni ai siti proposti da Sogin, ha puntualmente evidenziato gli elementi di criticità che consigliano di escludere i siti pugliesi dalle aree idonee ad ospitare il Deposito nazionale. Tra le criticità evidenziate, la presenza di depositi permeabili per porosità, la presenza di numerosi pozzi ad uso domestico e sorgenti; l’ interferenza con reticoli idrografici e la morfologia perimetrale con pendenza elevata in terreni facilmente erodibili.

I pozzi attestati nella falda superficiale così come delle sorgenti è stata già documentata dall’Ordine ed inviata alla Sogin in seguito ai sopralluoghi eseguiti dai geologi ed effettuati per la presenza di protocolli d’intesa che l’Ordine ha stipulato con i comuni interessati dalle aree potenzialmente idonee.

I siti pugliesi, inoltre, sono attraversati da alcuni rami del reticolo idrografico minore e pertanto nelle aree sono presenti diverse “fasce di pertinenza fluviale”, normate dalle Norme tecniche del Piano di assetto idrogeologico dell’Autorità di Bacino poiché potenzialmente soggette ad una pericolosità idraulica che può variare da bassa, a media, ad alta.

L’Ordine dei geologi quindi ha condotto, con la collaborazione di esperti qualificati, analisi ed approfondimenti sul rischio sismico dei territori di riferimento evidenziando sistemi di faglie che possono generare terremoti importanti con conseguenti amplificazioni sismiche incompatibili per la sicurezza di un deposito di rifiuti radioattivi.