La privatizzazione delle acque del Sud Italia è il titolo della conferenza stampa promossa dal senatore lucano Saverio De Bonis, attualmente nel gruppo misto, cui hanno preso parte il vice presidente emerito della Corte costituzionale e libero docente all’Università Federico II di Napoli, Paolo Maddalena insieme al senatore Carlo Martelli della commissione ambiente e territorio.
Al centro dell’incontro moderato dal giornalista Pino Aprile, l’articolo 24, rubricato “Sblocca investimenti idrici nel sud” del decreto crescita attualmente all’esame della Camera recante una serie di modiche volte a completare il processo di liquidazione dell’EIPLI (Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia) e accelerare la costituzione di una società per azioni, che dovrà assumerne le funzioni.
Si tratta del processo di privatizzazione delle fonti d’acqua del Centro Sud più grande mai effettuato in Europa.
Iniziato nel 2011 con il decreto Monti che avviava la liquidazione dell’EIPLI qualificandolo come ente inutile – è stato spiegato – e poi proseguito con il Governo Gentiloni (che nel 2018 ne disponeva la privatizzazione), oggi pare arrivato a conclusione con il Governo Conte che, attraverso il citato decreto crescita, dispone la liquidazione dell’EIPLI ed affida le fonti d’acqua ad una società per azioni.
“È necessario, invece” è stato spiegato “investire sul servizio idrico integrato di natura pubblica, applicando la volontà popolare espressa nel referendum del 2011, con particolare riferimento alla ristrutturazione della rete idrica, garantendo la qualità dell’acqua, le esigenze e la salute di ogni cittadino, anche attraverso la costituzione di società di servizi a livello locale per la gestione pubblica dell’acqua”.