ENI: ministeri ambiente e sviluppo economico in campo per supporto a verifica in Val d’Agri
Mentre Pittella ragguagliava i giornalisti circa la sospensione delle attività Eni in Val d’Agri l’amministratore delegato di Eni, così come scrive in una nota ufficiale il ministero dello sviluppo economico, Claudio Descalzi incontrava Carlo Calenda, titolare del dicastero romano. All’incontro romano erano presenti anche gli uffici tecnici ministeriali dell’UNMIG (Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse), aventi competenza in merito alla sicurezza nei luoghi di lavoro del CoVA.
Il Mise infatti, insieme al ministero dell’Ambiente per il tramite dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) “forniranno ogni necessario supporto e cooperazione alla Regione Basilicata per coadiuvare l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpab) nelle sue specifiche competenze in materia”.
Descalzi ha ”comunicato di aver avviato già da martedì in via cautelativa e proattiva la procedura di sospensione delle attività del CoVA”, confermando che “le prescrizioni emanate dalla Regione per la messa in sicurezza, consistenti nella disposizione di barriere idrauliche sul lato sud del Centro Olio ed esterne, sono state tutte adempiute”.
Descalzi ha anche annunciato che “la società sta realizzando il doppio fondo nei 3 serbatoi esistenti che non ne sono ancora dotati, il primo dei quali sarà completato entro maggio, in modo da avere una migliore protezione del suolo ed il relativo monitoraggio ambientale dei serbatoi”.
Gli uffici tecnici del Ministero, che svolgono costantemente sopralluoghi tecnici all’interno dell’area del CoVA, hanno effettuato rilievi specifici, “volti ad accertare l’entità della contaminazione, a individuarne l’origine e a verificare le misure di messa in sicurezza e monitoraggio adottate, a rilevare eventuali effetti negativi sulla sicurezza del luogo di lavoro, dell’esercizio degli impianti e sulle maestranze addette”.
Il comunicato del Ministero di Calenda sottolinea che “attualmente non sono emerse criticità circa la sicurezza dell’impianto”. Le ispezioni proseguono duqnue e dureranno per tutta la settimana “fermo restando” sottolinea il Mise “la competenza dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPAB) sulle aree esterne al CoVA”.
Da quanto finora accertato sul posto e dalle informazioni fornite dalla Società titolare, è emerso che la dispersione degli idrocarburi liquidi è ascrivibile a una non perfetta tenuta del fondo di uno dei quattro serbatoi dedicati allo stoccaggio dell’olio, che è stato da tempo svuotato.