Eni. Descalzi sulla raffineria di Taranto: non chiudiamo per senso di responsabilità

L’Ad parla a margine dell’assemblea degli azionisti e spiega che con il blocco Val d’Agri “perdiamo 20-30 milioni su base annua”

L’Eni, malgrado il blocco dell’estrazione in Val D’Agri, non chiuderà la raffineria di Taranto, che riceve il petrolio proprio dall’impianto lucano, “per senso di responsabilità”, perché si rischierebbe di avere “un impatto complessivo su quasi 6mila persone creando un disagio profondo”.

Claudio Descalzi - amministratore delegato ENI

Claudio Descalzi – amministratore delegato ENI

Lo ha spiegato l’ad Claudio Descalzi, a margine dell’assemblea degli azionisti. Descalzi ha infatti spiegato che sulla gestione della raffineria l’Eni perderà “20-30 milioni in media annua” se Val D’Agri rimane chiuso fino a fine anno, “perché dobbiamo prendere la materia prima da fuori con un costo superiore e maggiori emissioni visto che circolano più navi”. In ogni caso Descalzi si è augurato che “la soluzione non sia lontanissima nel tempo”.

Emma Marcegaglia, nel corso dell’intervento introduttivo ha dichiarato che L’Eni sta “affrontando con serenità” la vicenda dell’inchiesta sul centro oli di Viggiano, “consapevole della correttezza dell’operato della società” ed ha sottolineando comunque che l’inchiesta ha “riflessi non indifferenti”.

Dalle verifiche affidate dall’Eni a un ente terzo, ha ribadito, “è emerso un quadro molto rassicurante, visto che è stato riconosciuto che il centro adotta le best practices internazionali nel rispetto normativa ambientale: soprattutto, le acque non sono pericolose e la qualità dell’aria è analoga a quella di aperta campagna”. (ANSA).