Fuga dagli ospedali pubblici. Nel 2021 la Puglia ha perso il 3,29% di medici e infermieri
Il 2021 è stato l’anno della fuga dagli ospedali pubblici di medici e infermieri. Secondo i dati raccolti dalla Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, in tutta Italia sono stati quasi 3mila i medici ad aver presentato dimissioni volontarie e circa 2mila gli infermieri e gli operatori sanitari che hanno abbandonato le strutture pubbliche. In termini percentuali c’è stato un aumento di 39 punti rispetto ai dati rilevati nel 2020. La media nazionale dei medici che hanno lasciato il servizio sanitario nazionale è del 2,9%. La Puglia è una delle regioni dove si è registrato uno dei picchi più alto poiché la percentuale è del 3,29%. Non è tutta colpa del Covid, ha spiegato Giovanni Migliore, presidente della Fiaso, intervenuto al convegno Great Resignation in sanità in corso a Mestre. “La pandemia da Covid – ha dichiarato Migliore- ha solo fatto da innesco al fenomeno delle ‘grandi dimissioni’ in sanità, peggiorando le condizioni di lavoro all’interno degli ospedali, già difficili a causa della mancanza del turn over e degli organici assottigliati da anni di blocco di spesa sul personale” . Insomma occorre intervenire quanto prima per fermare l’emorragia. “Da tempo- ha continuato Migliore- come Fiaso ribadiamo la necessità di superare il tetto di spesa per il personale, fermo al 2004, per poter procedere con investimenti nelle risorse umane”. Tra i possibili provvedimenti da adottare secondo Migliore c’è anche l’assunzione di medici specializzandi dei primi anni con contratti libero-professionali, per rinforzare gli organici e garantire da un lato, migliori condizioni di lavoro per i dipendenti e dall’altro, un’assistenza più efficiente per i pazienti.