Chiusura scuole per contenere l’epidemia: dal Governo al CTS c’è chi dice no

“La curva dei contagi si va stabilizzando” e “ci sono valide ragioni per credere che le ultime misure comincino a dare qualche risultato”. Dice il ministro della Salute Roberto Speranza su “La Stampa”, avvertendo che “i prossimi 7-10 giorni saranno decisivi”. Per le vaccinazioni di massa però si dovrà aspettare “il secondo semestre del 2021”.

Al via da ieri, tra le polemiche, le zone rosse in Campania e Toscana, e arancioni in Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche. Argomento di acceso dibattito anche l’ordinanza annunciata domenica sera dal governatore lucano Bardi che prevede la chiusura delle primarie e secondarie di primo grado da domani martedì 17 novembre e fino al prossimo 3 dicembre che ha inevitabilmente diviso l’opinione pubblica, ma anche stimolato commenti da parte di alcuni autorevoli esponenti del governo, come la sottosegretaria allo Sviluppo Economico, Mirella Liuzzi secondo cui l’azione non è prevista in una regione che è attualmente arancione.

“Infatti” dice Liuzzi in un post su Facebook “con questa chiusura nulla vieterebbe ai ragazzi di essere in giro. Non solo in Italia, ma anche in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna le scuole restano aperte ed è prevista didattica a distanza solo nelle zone rosse o in caso di quarantene obbligatorie”.

“La sanità in Basilicata” commenta la sottosegretaria “sta vivendo un momento di forte crisi dovuta alle poche terapie intensive, molte di queste occupate, e ad ospedali che non riescono a differenziare con metodi di trattamento diversi le zone Covid dai ricoveri non Covid. Probabilmente” conclude “sarebbe stato opportuno da parte della regione riflettere su questo piuttosto che fare un’ordinanza molto discutibile e che da martedì metterà in crisi tante famiglie lucane”.

“Per la stragrande maggioranza dei bambini, i vantaggi di tornare in classe superano di gran lunga il basso rischio di ammalarsi di coronavirus e le scuole possono intervenire per ridurre ulteriormente i rischi” osserva Agostino Miozzo coordinatore del Cts intervistato dal Corriere della Sera. Per Miozzo la “scuola è comunque un ambiente protetto, controllato, dove insegnanti e personale obbligano i ragazzi al rispetto di severe regole comportamentali”.

Certo, aggiunge la didattica a distanza è “uno strumento di eccezionale utilità da utilizzare in situazioni di vera emergenza e soprattutto per periodi limitati”.

Oltre a quelli affezionati alla movida, “chiediamoci anche quanti sono i giovani che da settimane o mesi non escono più di casa, rifugiati nel buio della loro stanza davanti ad uno schermo del pc per ore ed ore, vittime di quella ormai famosa ‘sindrome della capanna’ che genera paure, ansie, insonnie e tante altre patologie della mente. Fra qualche tempo, ad emergenza Covid superata, vedremo i disastri provocati”.