“I rapporti tra Chiesa e Massoneria”, a Matera l’incontro organizzato da “Quinto Orazio Flacco”
Il Grande Oriente d’Italia è una comunione massonica che esiste da più di 200 anni; ha 23 mila fratelli nella penisola ed è presente in tutte le città compresa Matera, realtà dove mancava da 30 anni, quando era intitolata a Giambattista Pentasuglia, mentre oggi, la nuova loggia nata il 5 marzo 2017, porta il nome di Quinto Orazio Flacco; Mario Calvino, padre di Italo Calvino, definiva la massoneria come una associazione che tutela il libero pensiero e cerca di fare il bene dell’umanità. “I rapporti tra chiesa e massoneria”, il tema scelto e affrontato a Matera, sono da sempre non semplici ma negli ultimi anni sembrano appianarsi. “Già nel 1738, papà Clemente XII – ha dichiarato Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande oriente d’Italia – scomunicò i massoni; dalla scomunica si passò, poi, al peccato grave. Due anni fa, invece, il cardinale Gianfranco Ravasi ha scritto un articolo dove si affermava che, nel variegato mondo massonico, bisognava cercare di capire e di comprendere le loro iniziative dedicate alla filantropia, quelle contro il materialismo, quelle per la spiritualità e che quindi vedeva dei punti di contatto con la chiesa. Il titolo di questo articolo era ‘Cari fratelli massoni’ – ha sottolineato Bisi – ma il titolo era del giornale e non di Gianfranco Ravasi”. Ma in quale contesto storico sono iniziati a diventare migliori i rapporti tra chiesa e massoneria? “E’ accaduto da quando – ha aggiunto Don Paolo Renner – Direttore dell’Istituto di Scienze Religiose di Bolzano – la chiesa non ha più il potere temporale di una volta, quindi ha meno interessi politici ed è più schierata a favore dell’uomo anzichè per l’una o per l’altra forma di potere o di ricchezza e, al contempo, da quando, anche la massoneria ha smesso le vesti anticlericali che un tempo la caratterizzavano in modo anche molto violento. Io – ha concluso Renner – mi sento molto criticare quando parlo con i massoni ma credo che dobbiamo imparare da Papa Francesco quando dice che bisogna essere normali, parlare e rapportarci con tutti perché qualcosa di buono nasce di sicuro”.