Elezioni, l’analisi post-voto di Margiotta: la necessità di riflettere sugli abbandoni

Il dirigente dem Salvatore Margiotta solleva questioni cruciali sul voto amministrativo e l’atteggiamento del Pd

Nel seguito delle amministrative, Salvatore Margiotta, dirigente dem, ex senatore del Pd e sottosegretario, interviene sui risultati del voto, sollevando questioni cruciale sulla postura adottata dal Partito Democratico.

Margiotta critica l’assenza di un’analisi seria e approfondita del voto del 25 settembre e dell’atteggiamento adottato nel corso del Congresso. “Non abbiamo mai fatto una seria analisi del voto disastroso del 25 settembre, neppure durante il Congresso,” osserva. Temendo che un’analisi seria potrebbe essere altrettanto assente nel seguito di questo turno di amministrative, Margiotta mette in evidenza la necessità di un’indagine più accurata.

Il dirigente dem si riferisce a una serie di dichiarazioni provenienti dall’interno del Pd: “Il vento della destra”, “non possiamo far da soli”, “Abbiamo bisogno di tempo”…. Sottolinea l’importanza di riflettere attentamente su tali affermazioni, piuttosto che accettarle come fatti incontrovertibili.

Inoltre, Margiotta critica l’inner circle di Schlein per la loro risposta sbrigativa ad alcuni abbandoni di alto profilo, tra cui Fioroni, Enrico Borghi e Andrea Marcucci. Secondo Margiotta, queste partenze non dovrebbero essere considerate alla leggera, soprattutto alla luce della tendenza in calo nei sondaggi del Pd. “Le alzate di spalle con cui l’inner circle di Schlein commentava alcuni abbandoni… dovrebbero essere almeno riviste. Perché ora diminuiamo. E nei voti,” osserva.

Nel complesso, l’intervento di Margiotta si presenta come un appello alla riflessione e all’analisi. Sottolinea l’importanza di comprendere meglio le dinamiche interne del Pd, soprattutto considerando i recenti sviluppi negativi nei risultati elettorali e nei sondaggi. Di fronte a una sconfitta elettorale, il silenzio non può essere una soluzione.