Decreti Sblocca Italia e Sviluppo: il Governo presenta emendamenti per evitare il referendum

trivelle mareIl governo fa un passo indietro sul petrolio. E lo fa con un emendamento alla Legge di Stabilità che di fatto rivede alcune parti dell’articolo 38 dello Sblocca Italia e il 35 del Decreto Sviluppo.

Cosa si avrà se il Parlamento accoglierà gli emedamenti del Governo?

Il blocco dei procedimenti in corso entro le 12 miglia dalal costa; l’eliminazione della dichiarazione di indifferibilità ed urgenza delle attività petrolifere; la cancellazione del vincolo preordinato all’esproprio della proprietà privata già a partire dalla ricerca degli idrocarburi; la limitazione delle attività di ricerca e di estrazione attraverso l’eliminazione delle proroghe; la garanzia della partecipazione degli enti territoriali ai procedimenti per il rilascio dei titoli”.

Con l’ok in Legge di Stabilità si eviterebbe dunque il referendum, richiesto da dieci regioni italiane e sul quale la Consulta dovrebbe o, diremmo in queste ore avrebbe dovuto, esprimersi il 13 gennaio prossimo.

Sui sei referendum abrogativi infatti approvati dai consigli regionali di Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise, la cassazione aveva già espresso parere positivo.

E il dietrofront del Governo è stato salutato con entusiasmo e al contempo con cautela.

“Non canto vittoria, – ha scritto ieri sera sulla sua pagina Facebook il governatore lucano, Pittella – ma se le modifiche dovessero andare in porto si chiuderebbe una fase delicata e dibattuta in merito alla salvaguardia e alla tutela dei territori, e si confermerebbe ciò che da tempo sostengo: il dialogo e il rapporto costruttivo con il governo sono la risposta vera al merito delle questioni e alle ansie della società.”

“Si profila grande vittoria popolare – ha detto su Twitter il governatore pugliese, Emiliano, – aggiungendo “vigiliamo che tutto vada bene fino alla fine”.

E di “un risultato straordinario – sempre sui social – parla il presidente del consiglio regionale, Lacorazza, che si fece promotore dei quesiti referendari. “Una lunga e faticosa marcia, una salita continua” e tra i tanti tweet Lacorazza scrive ancora “adesso non si molla, anche da sud riparte il Paese”.