A Matera per “Gezziamoci” lo strepitoso Carl Palmer
MATERA – Ha sessant’anni ma sette vite e per ognuna due braccia e due gambe completamente indipendenti tra loro, capaci di far suonare una batteria come un intero ensemble di percussionisti. Sabato sera, all’auditorium “Gervasio” di Matera, si è esibito un pezzo determinante della storia del rock: Carl Palmer, batterista dei gloriosi “Emerson, Lake & Palmer”, con la sua band, composta dai virtuosi Paul Bielatowicz, alla chitarra, e Stuart Clayton, al basso, aprendo al tempo stesso il suo tour europeo e la stagione 2010 del “Gezziamoci”, il festival dell’Onyx Jazz Club, quest’anno giunto alla 25° edizione. “Questo non è un concerto jazz”, ha però immediatamente specificato Palmer sul palco, “noi suoniamo prog-metal”. E così è stato: in due ore Palmer, da perfetto direttore d’orchestra, ha guidato la band in una scaletta vorticosa, dispari come i tempi ed i controtempi con cui lascia sbigottiti i fans e, a tratti, persino i suoi stessi musicisti, nella quale si sono susseguiti successi degli “ELP”, come ad esempio “Tarkus”, ma soprattutto la suite di “Pictures at an exhibition”, riproposizione dell’omaggio live ai “Quadri di un’esposizione” di Mussorgsky, fatto insieme a Keith Emerson e Greg Lake nel 1971, ma anche omaggi a compositori più moderni come Henry Mancini, prima di una strepitosa chiusura con i “Carmina burana” di Orff, proposti come secondo fuori programma, dopo che la platea, mai così eterogenea nei gusti e nell’età, aveva richiesto a gran voce il ritorno della band sul palco. E’ stato bello vedere quanto era emozionato per la serata e contentissimo alla fine, Gigi Esposito, il presidente dell’Onyx, cui va dato atto di aver regalato a Matera un grande evento forse passato ancora una volta troppo inosservato. E mentre Palmer e soci regalavano a Matera una serata indimenticabile, contemporaneamente sulla tv nazionale si celebrava il de-profundis della musica italiana con il podio finale del 60° festival di Sanremo. Dio benedica l’Onyx Jazz Club.