Torture in carcere Bari: interrogatori di garanzia, uno degli agenti ammette e si scusa

Domenico Coppi, uno dei tre agenti di polizia penitenziaria di Bari arrestato per le accuse di torture nei confronti di un detenuto di 41 anni affetto da una patologia psichiatrica, ha ammesso la sua responsabilità nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Avrebbe chiesto scusa, aggiungendo di aver sbagliato.

Il secondo agente, Raffaele Finestrone, ha invece respinto le accuse riferendo di essere intervenuto in una “situazione di pericolo in seguito all’incendio”, mentre si è avvalso della facoltà di non rispondere il terzo agente arrestato, Giacomo Delia. Tutti e tre si trovano agli arresti domiciliari.

L’episodio di violenze risalirebbe al 27 aprile scorso quando il detenuto aveva dato fuoco a un materasso della sua cella. A quel punto gli agenti, secondo l’accusa, sarebbero intervenuti picchiandolo con calci e percosse.

Si sono svolti anche gli interrogatori di garanzia degli altri sei agenti penitenziari indagati per i quali il gip ha disposto la sospensione temporanea dagli 8 ai 12 mesi.

Tra gli agenti con l’interdizione più alta, Antonio Rosati ha fornito la propria versione dei fatti respingendo le accuse. Sono quindici complessivamente gli indagati, tra cui un medico e tre infermieri del penitenziario barese. I reati contestati a vario titolo sono tortura, falso ideologico e materiale, omissione di atti d’ufficio per non aver impedito le torture, violenza privata e omessa denuncia. Intanto i pm che coordinano le indagini, Giuseppe Maralfa e Carla Spagnuolo, hanno disposto per il 17 novembre prossimo un accertamento tecnico non ripetibile sui telefonini sequestrati agli indagati.