Bari, nove arresti a capi e affiliati al clan Parisi-Palermiti
Operazione antimafia della polizia, 9 le persone arrestate per l’omicidio di Michele Walter Rafaschieri, avvenuto a Carbonara nel 2018: in manette anche il comandante della polizia locale di Sammichele di Bari.
Una linea sottile, quella fra bene e male, tra buoni e cattivi, che però troppo spesso si sposta, gettando ombre sul lavoro svolto quotidianamente dalle forze dell’ordine. Come accaduto nell’ultima operazione antimafia condotta dalla polizia di Bari, che ha portato all’arresto di 9 persone, 8 delle quali affiliati al clan Parisi Palermiti, ritenuti responsabili dell’omicidio, aggravato dal metodo mafioso, del 24enne Michele Walter Rafaschieri e del tentato omicidio di suo fratello 34enne Francesco Alessandro, vero bersaglio dei killer, rimasto gravemente ferito nell’agguato, avvenuto a Carbonara di Bari il 24 settembre del 2018. In manette, Giovanni Palermiti e Mineccia Filippo, ritenuti insieme a Domenico Milella, oggi collaboratore di giustizia, mandanti ed esecutori dell’agguato; Michele Ruggieri, Riccardo Campanale, Domenico Lavermicocca, Giovanni Mastrorilli, Francesco Triggiani e Gianfranco Catalano. Tutti censurati. Ma tra gli arrestati compare anche il nome di Domenico D’Arcangelo, 53 anni, comandante della Polizia Municipale di Sammichele di Bari, che avrebbe fornito un alibi di ferro a Giovanni Palermiti, in cambio di un’ingente somma di denaro e di uno smartphonr di ultima generazione, costringendo una vigilessa ad elevare una multa nei confronti del pregiudicato, attestando il falso, ovvero la sua presenza a Sammichele proprio nelle ore in cui a Bari avveniva l’omicidio di Rafaschieri. La testimonianza della vigilessa, accanto alle migliaia di intercettazioni ambientali, telematiche e telefoniche, ha permesso agli inquirenti di ricostruire l’accaduto. Un omicidio quasi perfetto, organizzato nei minimi dettagli. Palermiti, Mineccia e Milella prima avrebbero rubato un’auto, poi avrebbero inseguito i due fratelli che erano a bordo di una moto, raggiungendoli nei pressi della rotatoria vicino allo Stadio San Nicola, da qui, dopo l’agguato, avrebbero lasciato l’auto rubata a Japigia in un terreno di proprietà di Domenico Milella e poi sarebbero fuggiti a bordo di una panda gialla, successivamente data alle fiamme. Ma in questo piano quasi perfetto, una falla. Il gps installato sull’auto rubata che ha permesso alla polizia di risalire a Milella. Un omicidio avvenuto nell’ambito dei contrasti scoppiati per il controllo del quartiere Madonnella