Nuovo attentato a strutture sociali di Foggia

Colpiti ancora i fratelli Vigilante che le dirigono, il direttore della struttura, “è una sfida: Per noi terra bruciata fino a quando non smettiamo”

Nuovo attentato incendiario alle strutture sociali dei fratelli Vigilante di Foggia. E’ il quarto dall’inizio dell’anno, l’ultimo in aprile in pieno lockdown, con una bomba davanti al centro anziani ‘Il sorriso di Stefano’.

La notte scorsa, invece, è stato appiccato il fuoco alla porta d’ingresso della ‘Ristorazione Più’ di via Saverio Altamura, dove si preparano i pasti per le strutture della ‘Sanità più’. Dall’inizio dell’anno, I fratelli Luca e Christian Vigilante sono stati colpiti, la prima volta, nella notte del 3 gennaio: ignoti fecero saltare in aria l’auto di Christian Vigilante in via d’Aragona. Poi, neanche due settimane dopo, all’alba del 16 gennaio una bomba esplose davanti al centro diurno per anziani il “Sorriso di Stefano” in via Vincenzo Acquaviva; per questo episodio il presunto responsabile venne arrestato nell’aprile scorso. E il primo aprile venne colpito di nuovo il centro per anziani, in pieno lockdown. Ad agire la scorsa notte, a quanto si è appreso, è stato un uomo con il volto coperto, arrivato in bici davanti alla ‘Ristorazione Più’: dopo aver compiuto un sopralluogo, è tornato e ha cosparso con liquido infiammabile la porta di ingresso, appiccando poi il fuoco. Le fiamme hanno causato notevoli danni, ma la struttura – fanno sapere i titolari – continuerà a lavorare regolarmente.

“Questa è una vera e propria sfida. Vogliono fare terra bruciata intorno a noi fino a quando non smettiamo di fare impresa”. È il commento rilasciato all’ANSA da Luca Vigilante, direttore amministrativo della “Sanità Più”, già sotto scorta da gennaio scorso dopo aver subito i primi due attentati dinamitardi. Luca e il suocero Paolo Telesforo, proprietario di alcune cliniche private nel Foggiano, sono parti offese nel processo chiamato “Decima Azione” dal nome dell’operazione che nel 2018 portò all’arresto di 30 persone tra esponenti e affiliati alla ‘mafia del pizzo’ a Foggia. Cristian Vigilante è poi testimone del tentativo di estorsione imputato a due fedelissimi del clan Moretti. “Questa volta non ha fatto il classico ‘boom’ ma è un attentato a tutti gli effetti – sottolinea Luca Vigilante -. Lo hanno fatto sapendo che noi siamo sotto scorta, sapendo che con noi è intervenuto lo Stato. Chi ha agito lo ha fatto sapendo che era appena entrato in vigore il nuovo Dpcm che stabilisce la chiusura dei locali alle 24: ha agito sapendo di avere meno testimoni possibili”. Dalle immagini delle telecamere di vidoesorvegliaza si vede l’uomo arrivare in sella a una bicicletta e appiccare il fuoco alla porta. “Per noi il problema non sono i danni alla porta di ingresso e agli arredi della struttura – spiega – a noi voglio smettere di farci lavorare”.