Foggia, attentato dinamitardo: danneggiato un Suv e altre sei autovetture
In passato aveva denunciato per estorsione due presunti mafiosi foggiani nell’ambito dell’inchiesta “decima azione”, il proprietario del Range Rover che la notte scorsa è stato fatto saltare in aria in quello che è a tutti gli effetti l’ennesimo attentato dinamitardo a Foggia. L’uomo, dirigente di una Residenza sanitaria assistenziale, quindi nell’ambito dell’inchiesta che nel novembre del 2018 portò all’arresto di 30 persone tra presunti affiliati e vertici della criminalità organizzata foggiana, denunciò di essere stato vittima di una estorsione da parte dei due uomini che volevano imporgli l’assunzione nella Rsa di una persona da loro indicata. Nelle scorse ore, è stato ascoltato dagli investigatori ed avrebbe dichiarato di non sapere cosa ci sia dietro l’attentato. Stando a quanto riferito da alcuni residenti di via D’Aragona, luogo in cui è avvenuto l’attentato dinamitardo, non sarebbe la prima volta che la vittima subisce danni e scopo intimidatorio all’autovettura. L’esplosione oltre a danneggiare il suv, ha provocato danni anche ad altre sei autovetture parcheggiate vicine, ha divelto la saracinesca di un locale e ha provocato la rottura dei vetri delle finestre di alcune abitazioni, senza provocare feriti. Sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili del fuoco e gli agenti delle volanti della questura di Foggia, che stanno raccogliendo testimonianze tra il vicinato. “Eravamo in casa e abbiamo sentito questo boato fortissimo che ha fatto tremare tre palazzine”. E’ quanto ha dichiarato da un residente del complesso di palazzine in via D’Aragona. L’uomo ha anche raccontato che immediatamente prima della esplosione stava uscendo di casa con la sua bambina di sette mesi, ma che fortunatamente ha rinunciato perchè la piccola ha avvertito un malore. “Altrimenti – racconta – l’esplosione ci avrebbe colpiti in pieno”.