Sgombero Ex Felandina, le preoccupazioni di Medici Senza Frontiere

Medici senza frontiere ha espresso “preoccupazione per la sorte di centinaia di persone sgomberate questa mattina senza soluzioni alternative sufficienti dall’insediamento dell’ex Felandina, in Basilicata”.

Il coordinatore medico dei progetti di Msf, Francesco Di Donna, secondo il quale “è più che mai necessario che a livello nazionale e locale vengano adottate concrete politiche di gestione di un fenomeno ormai strutturale e decennale”, ha sottolineato che “centinaia di uomini e donne non hanno alcuna idea di dove trascorreranno la notte”.

“Pur riconoscendo l’insalubrità del sito sgomberato, in cui questo mese ha perso la vita una giovane donna in un drammatico incendio, gli sgomberi senza soluzioni abitative alternative – ha aggiunto Di Donna – non possono essere considerati misure sostenibili perché aggravano le vulnerabilità di queste persone ed i rischi per la loro salute”.

Msf ha cominciato a lavorare all’ex Felandina dallo scorso 4 luglio, in collaborazione con l’Azienda sanitaria di Matera, “per rispondere ai bisogni essenziali degli abitanti dell’insediamento, impiegati stagionalmente come braccianti agricoli nelle campagne del Sud d’Italia. Nel corso dei due mesi di attività, Msf ha effettuato più di 400 visite mediche riscontrando che più di un quarto dei pazienti manifestava dolori o infiammazioni muscolo-scheletriche collegabili alla tipologia di lavoro svolto. In 55 casi sono state riscontrate patologie dermatologiche attribuibili alle scarse condizioni igienico-sanitarie nell’insediamento o al possibile contatto con prodotti chimici nocivi. Inoltre, a circa 60 pazienti sono state diagnosticate patologie di natura gastrointestinale dovute anche allo scarso accesso a fonti d’acqua potabile e alle condizioni igieniche precarie. In occasione dell’incendio del 7 agosto, in cui ha perso la vita una giovane donna, il team di Msf – ha concluso Di Donna – ha prestato assistenza medica alle persone coinvolte e distribuito circa 400 kit composti da vestiti, coperte e prodotti per l’igiene personale a coloro che avevano perso tutto nel rogo”.