Terrorismo. Passò da Matera e fece perdere le sue tracce l’iracheno fermato a Bari

Era già stato fermato ad agosto nel porto con documento falso. Secondo la magistratura barese Jalaj “può considerarsi contiguo” alla cellula jihadista “Ansar Al Islam”.

Un fotogramma di un filmato del gruppo jihadista "Ansar Al Islam"

Un fotogramma di un filmato del gruppo jihadista “Ansar Al Islam”

E’ Ridha Shwan Jalal, alias Kaka Sherzad (sedicente finlandese), iracheno di 38 anni, l’uomo che è stato fermato nei giorni scorsi a Bari con un passaporto falso della Repubblica Ceca e che ha portato all’arresto nel capoluogo pugliese di altri due britannici. L’indagine su di lui, però, con l’ipotesi di reati di terrorismo internazionale, era stata avviata dagli inquirenti baresi già nel giugno 2015.

Sarebbe stato lui, nell’agosto scorso – proprio nei giorni in cui il terrorista di Parigi Salah passò dal porto di Bari – a chiedere presso un’agenzia di viaggi di Matera un preventivo per il trasporto di 20 cittadini iracheni i quali, distinti in gruppi di cinque persone, sarebbero partiti dall’aeroporto di Sulayrmaniyah (ubicato nella regione del Kurdistan iracheno), alla volta di Parigi con uno scalo intermedio ad Istanbul (Turchia).

Il suo nome è infatti contenuto in un’altra indagine della Dda di Bari che a novembre ha portato all’arresto del 45enne iracheno Muhamad Majid, il quale avrebbe fornito a Jalal alloggio a Bari e documenti.

Jalaj, arrivato in Italia attraverso la frontiera di Milano Malpensa il 25 febbraio 2015, aveva ottenuto dall’Ufficio Immigrazione di Matera il 24 marzo un permesso di soggiorno per richiesta asilo con audizione fissata presso la Commissione Territoriale di Bari per il 4 agosto.

A quell’appuntamento non si è mai presentato e, anzi, il giorno dopo è stato arrestato dalla Polizia di Frontiera Marittima ed Aerea di Bari perché, in procinto di imbarcarsi a bordo della motonave ‘Superfast’ diretta in Grecia, è stato trovato in possesso di una carta di identità greca risultata falsificata.

Dopo essere stato rimesso in libertà e aver ricevuto, presso la Questura di Matera, la notifica del mancato riconoscimento della richiesta protezione internazionale, aveva però fatto perdere le sue tracce, fino a qualche giorno fa. Secondo la magistratura barese Jalaj “può considerarsi contiguo” alla cellula jihadista “Ansar Al Islam”. (ANSA)