Regione Basilicata: agli arresti domiciliari due assessori e un consigliere

arresti regione basilicataPOTENZA – Peculato e false attestazioni: sono queste le accuse mosse ad undici esponenti politici lucani, tra assessori, consiglieri ed ex-consiglieri regionali, dalla Procura della Repubblica di Potenza, nell’ambito di un’inchiesta sui rimborsi illeciti percepiti da assessori e consiglieri della Regione Basilicata che stamani ha portato a tre arresti e ad otto divieti di dimora.

Due assessori e un consigliere in carica sono agli arresti domiciliari. Si tratta di Vincenzo Viti e Rosa Mastrosimone, rispettivamente assessori alla Formazione, Lavoro e Cultura e all’Agricoltura, in quota Pd e Idv, e di Nicola Pagliuca, capogruppo consiliare del Pdl.

Gli altri consiglieri coinvolti, al momento, sono: Alessandro Singetta del Gruppo Misto, Antonio Autilio di Idv, Mariano Pici e Paolo Castelluccio del Pdl, Agatino Mancusi dell’Udc, Mario Venezia di Fratelli d’Italia e Rocco Vita dei Socialisti, tutti interessati da divieto di dimora a Potenza, e, ancora, Vincenzo Ruggiero de La Destra, ex-consigliere regionale dell’Udc, per il quale la Procura ha emesso un divieto di dimora a Valsinni, dove ricopre un incarico politico.

Tra i rimborsi illecitamente percepiti dai due assessori e dai nove consiglieri regionali lucani sono finite anche la sostituzione degli pneumatici e spese per viaggi e vacanze con parenti più o meno stretti. Dalle indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, Laura Triassi, che questa mattina ha incontrato i giornalisti in una conferenza stampa presso il Palazzo di Giustizia del capoluogo, e dagli elementi acquisiti sono emersi anche casi di alterazione di scontrini e ricevute: a piccole somme veniva anteposto un altro numero per moltiplicare di molte volte l’importo totale. In generale gli indagati si sono fatti rimborsare spese di ristorazione, anche non direttamente proprie, viaggi anche non fatti, consulenze non vere, lavori nelle loro case.

Il totale dei rimborsi illecitamente percepiti, così come accertato dall’inchiesta, ammonta a circa 170 mila euro, con importi singoli variabili tra i 5 e i 18 mila euro. Per questo  a carico degli indagati sono stati decisi sequestri per una somma equivalente.

“Uno scenario di diffusa illegalità”, così lo ha definito il Procuratore Triassi, che riguarda il biennio 2010-2011, e quindi a cavallo delle due legislature. La Triassi, che ci ha tenuto a precisare che il Giudice ha espressamente affermato la concretezza della documentazione e delle prove a supporto delle misure emesse, ha anche spiegato che vi sono certamente altri indagati e che sono “possibili delle evoluzioni” ma sulle indagini resta il massimo riserbo, per questo non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Le indagini si svolgono in collaborazione con la Squadra Mobile della Questura di Potenza, con la Guardia di Finanza e col Reparto operativo e la sezione di Polizia giudiziaria dei Carabinieri di Potenza.

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