In Puglia e Basilicata ci sono più pensionati che lavoratori. Cgia Mestre: “a rischio tenuta del sistema sociale”

Al sud il numero dei pensionati ha superato quello dei lavoratori. È l’allarme lanciato dalla Cgia di Mestre. Puglia tra le regioni peggiori

La denatalità, l’invecchiamento della popolazione e la cosiddetta fuga di cervelli presentano il conto al Mezzogiorno dove il numero dei pensionati ha superato quello dei lavoratori. È quanto emerge dai dati pubblicati nelle scorse ore dalla Cgia di Mestre, secondo cui se a livello nazionale il rapporto è ancora di uno a uno, nel sud il sorpasso è già avvenuto. La Puglia è tra le regioni a destare maggiore preoccupazione, nella classifica nazionale occupa infatti il penultimo posto, davanti solo alla Sicilia, con 1milione e 267 mila occupati a fronte di 1 milione e 493mila pensioni erogate: un saldo negativo quindi di 227mila unità. Meglio fa la Basilicata che, pur restando in negativo, ha un numero di pensionati superiore di 27mila unità. I dati della Cgia di Mestre portano quindi a galla la fragilità del sistema pensionistico attuale ormai non più sostenibile dato il saldo negativo che, se il trend non dovesse cambiare, è destinato ad allargarsi anche a livello nazionale. Tra le prime azioni da odottare, sottolinea ancora l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese, c’è il contrasto al lavoro nero che oggi conta oltre 3 milioni di lavoratori. “Entro 2027- si legge nello studio- dovremo “sostituire” quasi 3 milioni di addetti. Nei prossimi 5 anni quasi il 12 per cento degli italiani lascerà definitivamente il posto di lavoro per aver raggiunto il limite di età. Con sempre meno giovani destinati a entrare nel mercato del lavoro, “sostituire” una buona parte di chi scivolerà verso la quiescenza diventerà un grosso problema per tanti imprenditori”.