Acciaierie d’Italia su decarbonizzazione: “Possiamo giocare ruolo cruciale nella produzione di acciaio pulito”
“Gli investimenti nelle migliori tecnologie e la realizzazione del piano ambientale ci permettono di dire che possiamo giocare un ruolo cruciale nella produzione di acciaio pulito. Ora, la seconda fase, è quella della decarbonizzazione e della riduzione progressiva della CO2”. Sono le parole con cui il direttore generale Qualità, Ricerca e Sviluppo Sostenibile di Acciaierie d’Italia, Adolfo Buffo, ha aperto il workshop “La decarbonizzazione dell’industria siderurgica: un passo avanti”, a Taranto.
L’iniziativa di Acciaierie d’Italia, è patrocinata dall’Associazione italiana di ingegneria chimica. Rina, tra le aziende presenti che, col progetto Hydra, lavora al processo di produzione dell’acciaio attraverso le tecnologie legate all’idrogeno; e, ancora, Eurofer, associazione europea della siderurgia, cui è iscritta anche l’ex Ilva. Il vicedirettore, Adolfo Aiello è intervenuto sulla legislazione europea in materia di decarbonizzazione. Processo che grazie al green deal, è stato spiegato, ha fatto passi importanti, avanzando tre soluzioni: la cattura e lo stoccaggio della co2; l’elettrificazione diretta o indiretta; l’aumento dell’uso di rottame nei processi produttivi. Il che chiede naturalmente investimenti miliardari, ma anche le giuste misure. E’ stata illustrata dunque la misura CBAM che esorta l’industria mondiale ad adottare tecnologie più verdi e sostenibili. Oltre che l’acciaio, riguarda altri 5 settori: il termoelettrico, il cemento, i fertilizzanti, l’idrogeno e l’alluminio. Problema urgente, almeno per l’Italia, dunque per Taranto, è la carenza di energie rinnovabili. Su questo la proposta giunge dall’ingegnere Cristiano Castagnola della Paul Wurth: usare i metodo easymelt e, ancora, sostituire l’idrogeno, laddove questo non fosse di facile accesso, con l’ammoniaca. Tra i partecipanti anche i referenti di Stellantis. Obiettivo, il 2050. anno della auspicata carbon neutrality.