Ex Ilva: associazione indotto, ‘vertenza ora si complica’

“È forte la preoccupazione tra gli imprenditori dell’indotto ex Ilva dopo le ultime notizie che
passano dall’ordinanza, emessa dal sindaco di Taranto, sul caso benzene, e dalle perplessità sollevate dal presidente di Acciaierie d’Italia Franco Bernabé in merito alle difficoltà di conciliazione tra i piani industriali di DRI d’Italia, la società costituita per realizzare impianti di produzione di ‘preridotto’, e la stessa Acciaierie d’Italia”.

Ad affermarlo è il consiglio generale di Aigi, l’associazione indotto AdI e General industries nata da una scissione in Confindustria Taranto.

“Le aziende dell’indotto ex Ilva – si aggiunge – vedono addensarsi grosse nubi sull’immediato futuro dello stabilimento siderurgico che resta, tuttora, la prima fonte di approvvigionamento economico costituendo il 90 per cento del Pil del territorio. Una mancanza di dialogo tra azionista pubblico e privato che rischia di pregiudicare il progetto e il cronoprogramma relativo all’utilizzo del preridotto nello stabilimento siderurgico che consentirebbe la ripresa e la produzione, nel mix forno elettrico – altoforno, di sei milioni di tonnellate annue di acciaio senza impattare negativamente sull’ambiente”.

Secondo l’associazione “è necessario far ripartire con urgenza Afo 5. Mancano programmazione e obiettivi certi e condivisi. Centrale resta il ruolo del Governo a cui gli imprenditori di Aigi si appellano chiedendo tempi brevi di risoluzione delle vertenze”.