Ex Ilva, sindacati in Confindustria: “Bene ripresa del dialogo ma non basta”
E’ stato il tavolo della ripresa del confronto diretto tra sindacati e azienda quello in Confindustria a Roma chiesto, proprio a tal scopo, dai rappresentanti dei metalmeccanici all’amministratore delegato di Arcelor Mittal, Lucia Morselli. Per un dialogo al di là degli incontri al ministero. L’azienda prospetta l’aumento della produzione del 15% per il 2023. Insufficiente per Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl: “Il mercato chiede di più”, afferma. L’altro punto è la destinazione dei 680 milioni, prestito ponte del governo: “Abbiamo chiesto siano utilizzati per la manutenzione, gli investimenti e la marciabilità degli impianti”. Terzo aspetto, il rifacimento di Afo5. “Conferma importante – per Benaglia – Afo5 e forno elettrico sono i pilastri per la Taranto del futuro”.
Nessuna risposta invece sul fronte occupazionale. A marzo scade il primo anno di cassa straordinaria che l’azienda ha ottenuto per 3.500 addetti come tetto massimo. Si andrà sicuramente al rinnovo per un altro anno. Saranno avviati una serie di incontri nei vari siti di Acciaierie d’Italia.
“L’auspicio è che le risorse non siano solo destinate alle bollette di gas e della luce– aggiunge Rocco Palombella, segretario Uilm – ma servano a rilanciare l’azienda, per l’acquisto di materie prime e dei ricambi, per la sicurezza degli impianti. Auspichiamo poi nel rispetto degli accordi, all’eliminazione della cassa integrazione, nel rilancio, nella decarbonizzazione, o gli incontri sono solo puro intrattenimento. Non siamo più disponibili a perdere altro tempo”.
Così anche Gianni Venturi, per la Fiom: “Abbiamo solo iniziato a valutare che impatto può avere la ripatrimonializzazione di 750 milioni di euro e che tipo di utilizzo si può fare delle risorse”.
Unico sindacato assente, perché non convocato a differenza di degli altri, l’USB. Parla di “atteggiamento schizofrenico e fascista”, il coordinatore, Francesco Rizzo. Sono 1800 gli iscritti all’Unione Sindacale di Base, tra dipendenti di Acciaierie d’Italia, lavoratori ex Ilva in Amministrazione Straordinaria e dell’appalto, sottolinea Rizzo, denunciando l’atteggiamento di chiusura e sicuramente poco democratico, e trovando la solidarietà del vice presidente del M5S, Mario Turco. Nelle prossime ore, infine, la ripresa delle audizioni in Commissione Industria al Senato.