Rapporto Svimez: Sud in recessione, si allarga divario con il Centro-Nord

Pandemia e caro vita porteranno il Mezzogiorno in recessione nel 2023, con il rischio di ritrovarsi mezzo milione di poveri in più tra i suoi abitanti. È il quadro illustrato dal 49esimo rapporto Svimez che spacca in due l’Italia, con il Sud che inverte il trend di crescita imboccato negli ultimi anni, allargando nuovamente il divario con il Nord.
La contrazione stimata del Pil del Mezzogiorno sarà dello 0,4%, con un divario con il Nord che già va oltre il punto percentuale nel 2022. “Il PNRR è l’ultimo treno per il Sud” ha commentato Luca Bianchi, diretto generale dello Svimez.

Lo shock energetico ha pesato soprattutto su famiglie e imprese meridionali, per cui le politiche nazionali – avverte lo Svimez – dovranno assicurare continuità alle misure contro il caro energia e accelerare il rilancio degli investimenti pubblici e privati.

Tutto sommato, si legge nel rapporto, dopo la pandemia l’Italia ha avuto una ripartenza pressoché omogenea, ma i sistemi produttivi delle regioni meridionali si sono mostrati meno reattivi rispetto al resto del Paese all’ampliamento della propria capacità produttiva. Infine, lo Svimez mette in luce che nel Mezzogiorno, oltre a esserci un’occupazione più precaria e occasioni lavorative più esigue per le donne, continuano a destare preoccupazione i divari rispetto al Centro-Nord in materia di istruzione.

“Il rapporto dello Svimez ci allarma molto perché contiene situazioni che ovviamente conosciamo, ma con dati che incidono gravemente sulle nuove povertà e sui divari educativi, fino al tasso di occupazione femminile”: è stato il commento ai dati della presidente del Consiglio Regionale Pugliese Loredana Capone.