Da Conte ai sindacati, fusione FCA – PSA: si mantengano stabilimenti e posti di lavoro
Il nuovo gruppo automobilistico mondiale che nascerà dalla fusione di FCA e PSA sarà controllato al 50% dagli azionisti delle due aziende. Il matrimonio già benedetto dai mercati statunitensi si posizionerebbe come quarto costruttore automobilistico mondiale con ricavi congiunti di quasi 170 miliardi e un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi di euro.
Rassicurante uno dei primi obiettivi contenuto nella nota unitaria diramata: “Sinergie annuali a breve termine stimate in circa 3,7 miliardi di euro, senza chiusure di stabilimenti”.
“Quello che preme al governo è che sia assicurato il livello di produzione e quello di occupazione in Italia e quindi la continuità aziendale”, afferma il premier Giuseppe Conte.
Sulla stessa linea anche i primi commenti dai sindacati a sottolineare che la fusione pur strategica deve mantenere sia le fabbriche che i posti di lavoro, con un occhio che guardi alla centralità, come affermano i rappresentanti di FIM e CISL rispettivamente Gambardella ed Evangelista, dello stabilimento di Melfi. Dello stesso tenore il giudizio del segretario generale Uilm, Rocco Palombella: “Accogliamo con soddisfazione che, nel comunicato aziendale relativo alla fusione fra FCA e Peugeot, si escluda espressamente la possibilità che vi siano chiusure di stabilimenti”.
“Si tratta di una grandissima sfida che deve essere vinta” dice il segretario Uil Palombella il quale valuta positivamente anche il fatto che nel comunicato aziendale relativo alla fusione fra FCA e Peugeot “si escluda espressamente la possibilità che vi siano chiusure di stabilimenti”. Positiva la valutazione dell’UGL metalmeccanici nazionale che con Spera afferma di essere favorevoli per un leader mondiale della mobilità.