FCA. Dopo il cambio al vertice i timori dei sindacati

Il primo appuntamento per Mike Manley, nuovo ad di Fca, è la riunione al Lingotto, oggi e domani, del Gec, l’organismo decisionale del gruppo.

John Elkann scrive ai dipendenti del gruppo: “Marchionne non tornerà. Gli saremo eternamente grati”.

Fuori dall’ospedale universitario Zurigo, dove Marchionne è ricoverato, presenza discreta dei media e riserbo assoluto. Le sue condizioni ‘sono irreversibili’. Avvio pesante in piazza Affari (-4,3% a 15,71 euro euro).

Il futuro degli stabilimenti italiani di Fca ha uno stretto legame proprio con Jeep, il marchio gestito dal nuovo amministratore delegato del gruppo Mike Manley.

Sono due le nuove vetture del brand che nel piano al 2022 sono destinate all’Europa: una di queste è la Compass che, secondo le valutazioni sindacali, potrebbe essere prodotta a Melfi, mentre l’altra (un piccolo suv) potrebbe essere assegnata a Pomigliano.

FCA si limita a confermare che la strada resta quella indicata il primo giugno a Balocco con la presentazione del piano che però non dà indicazioni precise sui modelli destinati a ciascun stabilimento. Per questo sono molte le voci dal mondo sindacale che sollecitano l’impegno da parte di Manley ad accelerare gli investimenti per garantire la piena occupazione mantenendo l’Italia centrale nella strategia dei tre principali brand, Jeep, Alfa Romeo e Maserati.

Non parlano per ora soltanto la Cgil e la Fiom, protagoniste in questi anni di un duro scontro con Sergio Marchionne nelle fabbriche.

Gli stabilimenti più in difficoltà sono Mirafiori, dove potrebbe arrivare un suv grande Alfa Romeo sulla stessa piattaforma del Levante e Pomigliano per il quale si parla di un altro suv sempre del Biscione. “Ci aspettiamo una decisione nei prossimi giorni perché a settembre vogliamo la definizione concreta dell’investimento previsto. Bene che la strada tracciata a Balocco sia stata confermata”, spiega Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl. 

“Abbiamo scommesso sul cambiamento – sottolinea la leader della Cisl, Annamaria Furlan – condividendo e sostenendo i piani industriali di sviluppo e le trasformazioni tecnologiche di grande qualità produttiva portate avanti da Marchionne, non senza subire attacchi violenti. Ecco perché speriamo davvero che il suo successore Manley possa dare continuità industriale al gruppo Fca in Italia, accelerando gli investimenti in tutti gli stabilimenti e coltivando relazioni industriali orientate alla coesione e alla partecipazione del sindacato e dei lavoratori nelle scelte produttive”.

Al nuovo amministratore delegato si rivolgono anche Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil, e Rocco Palombella, segretario generale della Uilm: “A Manley chiediamo, a nome dei lavoratori italiani che rappresentiamo, di raccogliere la grande eredità lasciata da Marchionne con la medesima attenzione per i risvolti occupazionali”. Per il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo, “Manley è un uomo di industria e non di finanza, perfettamente in grado di portare avanti con continuità il piano industriale presentato a Balocco”.

Carmine Vaccaro, segretario UIL Basilicata

Dalla Basilicata il segretario della UIL Carmine Vaccaro che segue con “grande interesse” le notizie di stampa, fa sapere che è troppo presto per azzardare analisi che riguardino il futuro dello stabilimento di Melfi. “L’attività di Manley in FCA da presidente e AD del marchio Jeep” dice Vaccaro “è sicuramente un elemento significativo che può alimentare aspettative positive”.

Di certo per il sindacalista lucano il merito del rilancio in buona parte va proprio a lui “che adesso avrà il compito di accelerare sul piano di sviluppo di Fca, soprattutto sul fronte del processo di elettrificazione della gamma per il quale sono stati stanziati 9 dei 45 miliardi di nuovi investimenti”.

Per la UIL lucana dunque “ripartire dal piano industriale presentato da Marchionne il 1 giugno scorso significa produrre a Melfi un altro Suv in sostituzione della Punto per rilanciare lo stabilimento lucano nel mercato internazionale del segmento crossover, tra le auto più originali presenti sul mercato, grazie ad un mix di soluzioni (tecniche e stilistiche) che le pongono al di fuori dei ‘classici’ segmenti automotive”.

“Dobbiamo innanzitutto preservare le attività di Melfi” aggiunge “pensando ai 1.800 lavoratori assunti con i jobs act e a quelli che hanno lavorato sulla linea della Punto e che adesso vanno sottratti al destino della cassa integrazione. E’ anche questa l’occasione per mettere al lavoro il Campus di Melfi voluto da Regione Basilicata e Fca con investimenti diretti e progettare quelle nuove auto specie ecosostenibili e di risparmio di consumi a cui guardano i mercati nazionale ed esteri”.