Capital Market Day di FCA: il futuro è sempre più Jeep

Guarda al marchio Chrysler il futuro di FCA. Questo il senso della mutazione in corso che punta a valorizzare maggiormente i segmenti premium a scapito della produzione di massa

Marchionne: “A livello di brand i nostri messaggi si concentrano su Jeep, Ram, Maserati e Alfa Romeo che rappresentano la parte più significativa dei nostri ricavi e dei nostri utili”.

Del resto, dice l’amministratore delegato Sergio Marchionne aprendo il Capital Markets Day a Balocco, nel vercellese “Dal 2004 a oggi, con l’eccezione della crisi globale del 2008, abbiamo sempre raggiunto i nostri target finanziari”.

Sergio Marchionne – ad FCA con la cravatta (sotto il maglioncino)

Il primo obiettivo, quello di azzerare i debiti è vicino. Marchionne aveva promesso che se l’obiettivo fosse stato raggiunto avrebbe indossato la cravatta, e infatti il manager si è presentato alla platea indossandola sotto il maglioncino: “A fine giugno la posizione finanziaria netta sarà positiva; rimane ancora qualcosa da fare ma direi che ci siamo”.

Marchionne guarda al 2022 per il raddoppio degli attuali volumi, con Fca che ha “buone” probabilità di diventare sinonimo di Jeep – con un peso del marchio statunitense superiore alla soglia del 50% – ridimensionando dopo 120 anni di storia il marchio Fiat.

In Italia resterà la produzione della 500X a Melfi, mentre quella della Panda sarà spostata da Pomigliano in Polonia. Non sarà più prodotta la Punto a 25 anni dal lancio e oltre 9 milioni di esemplari (cattiva notizia per lo stabilimento lucano) e non è nemmeno certo il futuro della Tipo realizzata in Turchia. Tutta la produzione italiana sarà concentrata sui modelli del lusso e sui suv trainati dal marchio Jeep.

Preoccupati i metalmeccanici di Cgil che parallelamente alla presentazione dell’azienda hanno organizzato il Workers day, con mobilitazioni in tutti gli stabilimenti. Secondo i numeri elaborati dalla Fiom, i due terzi degli oltre 22mila impiegati negli stabilimenti italiani FCA lavorano su vetture di piccola (Punto, Panda e Mito) o media taglia (Giulietta, 550 X e Jeep Renegade).

Quindi sotto osservazione prioritaria per i sindacati è il piano industriale che fornisca garanzie su occupazione e volumi nei singoli stabilimenti dato l’abbandono della produzione di vetture di massa in Italia e della produzione di motori diesel a partire dalle piccole cilindrate.