Eni. Descalzi all’assemblea degli azionisti: vogliamo investire in Val d’Agri e aumentare l’occupazione
Claudio Descalzi lo aveva già anticipato ai cronisti in occasione dell’OMC 2017 di Ravenna parlando della possibilità di investire miliardi e raddoppiare o addirittura triplicare la forza lavoro in Basilicata, mettendo sul piatto nuovi investimenti miliardari.
E dopo l’assemblea dei soci di ieri a Roma, che gli ha confermato la fiducia per i prossimi anni, l’amministratore delegato è entrato nei dettagli aggiungendo un ulteriore annuncio relativo alle strategie economiche che riguardano la regione meridionale dove la popolazione non è contenta di ENI.
“C’è stato un distacco” ha ammesso “ci sono stati problemi ambientali e problemi di delusione perché lì investiamo tanto, ma creiamo poco lavoro. Il settore è capital intensive quindi servono tanti soldi, si investe molto ma quando c’è la produzione si arriva ad un occupazione tra diretti e indiretti di 3.700 persone”.
Agli azionisti ha poi annunciato che è in corso di valutazione il progetto di un polo biopetrolchimico da realizzare in Val d’Agri “per compensare il fatto che la nostra attività non riesce a far esplodere l’occupazione”.
La Val d’Agri si conferma un “posto” da “curare e sviluppare”. Siamo pronti a investire più di tre miliardi nel sito lucano “ma” ripete ancora “è necessario che” Eni “abbia il consenso della popolazione”
Sulla produzione di petrolio, ricorda che l’accordo prevede la produzione di 104mila barili “siamo a 80.000 barili, completando l’accordo ci saranno 300-400 persone che possono essere assunte, più l’indotto. E questo può essere fatto a zero impatto ambientale, utilizzando piattaforme esistenti senza consumare altro terreno”.
Per superare lo scontento dell’opinione pubblica Descalzi ha in mente la “diversificazione” cioè prevede la produzione di plastiche all’agricoltura con un ciclo chiuso: “si produce il prodotto agricolo, si utilizza per produrre bioplastiche e i residui vengono inseriti come biomassa per la produzione di energia”.
L’Eni dunque, si dice pronta “ne abbiamo discusso” sottolinea “ma dobbiamo discuterne ancora per compensare un’attività che non fa esplodere l’occupazione. Siamo disposti a investire”.