Il MISE ha prorogato di 12 mesi il programma di cessione dei complessi aziendali della “Divina Provvidenza”
Il ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi, “ha disposto la proroga di 12 mesi del termine di esecuzione del Programma di cessione dei complessi aziendali facenti capo alla Congregazione ancelle della Divina Provvidenza in amministrazione straordinaria”.
E’ detto in una nota della Congregazione. La proroga – viene spiegato – è stata deliberata “nel caso in cui al termine di scadenza il programma risulti eseguito solo in parte”.
“Essendo già pervenute le offerte vincolanti per l’acquisto dell’Opera voluta da Don Uva – continua il comunicato – il periodo di proroga servirà per dar corso alle ulteriori fasi della procedura e, precisamente, (I) esame puntuale delle offerte vincolanti e negoziazione del contratto di cessione (a partire dal 29 febbraio 2016); (II) avvio dell’eventuale fase migliorativa (III), formulazione della proposta di aggiudicazione, (IV) esame da parte del ministero dello Sviluppo economico della proposta ed aggiudicazione, (V) operazioni societarie utili al perfezionamento della cessione e (VI) avvio della fase liquidatoria dei debiti”.
“Nel nuovo termine – prosegue la Congregazione – si tenterà ancora di ridefinire i rapporti col servizio sanitario regionale, dalla cui positiva conclusione (purtroppo esclusivamente dipendente dalla volontà delle Regioni interessate) incide significativamente sul buon esito della procedura (e sull’equilibrio economico-finanziario complessivo dell’ente, solo così raggiungibile senza interventi traumatici sul personale)”. “Nei prossimi giorni – insiste la nota – proseguirà anche l’attività di verifica dello stato passivo dinanzi al Tribunale di Trani: il g.d. alla procedura ha fissato per il 17 marzo 2016 l’udienza di verifica per le istanze di ammissione al passivo pervenute tardivamente al commissario straordinario”.
Secondo il commissario straordinario, Cozzoli, “sono state poste buone basi e si sono anche realizzati i primi risultati. I rilevanti impatti occupazionali (diretti ed indiretti) e sociali connessi alla procedura sono uno stimolo costante per la sua buona riuscita che, peraltro, rappresenta il principale (se non l’esclusivo) mezzo per il soddisfo delle ragioni del ceto creditorio”.