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“Cara edicola”: tasse e crisi editoria minano l’esistenza in Basilicata

  • QuotidianiCrisi dell’editoria, informazione digitale e tasse. Sono questi i peggiori nemici delle edicole italiane, secondo la Fenangi, associazione di categoria della Confesercenti, ridotte dal 2004 al 2014 di ben 10 mila unità.

    In pratica, negli ultimi 10 anni, un presidio su quattro di carta stampata ha chiuso mestamente i battenti passando da 40 mila a 30 mila unità e in Basilicata la media risulta di poco superiore al 40%.

    A pesare, negli anni della crisi economica generale, la riduzione delle copie di quotidiani vendute, il netto taglio d’investimenti pubblicitari e soprattutto la mole di tasse da pagare.

    “Non si può considerare il fenomeno solo un problema che riguarda il comparto commerciale – ha dichiarato Prospero Cassino, presidente della Confesercenti potentina. Ogni edicola che chiude è una perdita di un pezzo di cultura – ha sottolineato – si pensi a cosa rappresenta nei piccoli comuni un esercizio di vendita di giornali.

    Sul futuro del settore, gli umori degli stessi esercenti sono discordanti. Se nei primi 8 mesi del 2015 le vendite sono diminuite di oltre il 13% rispetto allo scorso anno, tra preoccupazione e voglia di desistere, c’è chi ancora spera in una ripresa ed anzi ritenta la fortuna affidandosi alla creatività.

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