Covid, il presidente dell’Anci Decaro propone al governo un Patto per salvare l’estate
“Iniziamo ad affrontare bene la questione della ripartenza estiva, un nuovo blocco sarebbe un tracollo”
Fare ancora dei sacrifici, adesso, per salvare l’estate. Un vero e proprio patto di resistenza, auspicato da Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente nazionale dell’Anci, intervistato sul quotidiano La Repubblica. Decaro chiede al governo una sorta di accordo per la prossima stagione, partendo dal presupposto che “i sindaci italiani – come tiene a sottolineare il primo cittadino – hanno sempre dimostrato enorme senso di responsabilità. Questo è un dato di fatto”, dice Decaro, che continua: “Accettiamo adesso qualche sacrificio in più pur di salvare le attività durante la stagione estiva. Allora sì, un blocco sarebbe un tracollo per le città, per l’economia, per la stessa tenuta sociale del Paese. Iniziamo ad affrontare bene la questione della ripartenza estiva”. In un’altra intervista, questa volta su QN, il presidente dell’Anci affronta la questione del coprifuoco, parlando di una riorganizzazione per gran parte delle attività. Decaro propone di anticipare gli spettacoli di cinema e teatri per rispettare il limite delle 22, così come gli uffici potrebbero chiudere prima per consentire di cenare nei locali. E rilancia poi il Patto per l’estate: con “grandi eventi, notti bianche e rosa per tornare a vivere”. Il sindaco di Bari si sofferma anche sulle scuole: “Per un sindaco – sottolinea – sistemare il trasporto urbano è semplice: abbiamo linee dedicate per gli studenti, basta aumentare gli autobus. Il vero problema è il trasporto extraurbano, di competenza delle regioni, dove accanto ai ragazzi ci sono i lavoratori: con una capienza al 50% non ce la faranno mai a reggere. Per questo – continua il presidente dell’Anci – abbiamo chiesto al ministro dell’Istruzione Bianchi di studiare assieme al collega delle Infrastrutture Giovannini una soluzione. Magari scaglionando gli orari di ingresso e di uscita dalle scuole: una scelta che, – conclude Decaro – a causa dell’autonomia scolastica, si può fare solo con un’intesa tra quei due mondi”.