Sul campo ci sono le osservazioni di Città plurale e Mutamenti a Mezzogiorno, associazioni ormai abituate a sottolineare, puntualmente, le contraddizioni di una città che sostiene in ogni dove di voler “ridurre, riutilizzare e riciclare”, cemento compreso, salvo poi lasciarsi sfuggire occasioni d’oro per dimostrarlo.
E’ il caso di “Matera 90”, un colossale progetto di edilizia residenziale redatto dall’omonima srl per l’area di contrada San Francesco, nella periferia sud di Matera, tra il rione Agna e via Montescaglioso, a ridosso del parco della Murgia, approvato dal Consiglio comunale nel 2011 nell’ambito di un bando che ne contempla altri dieci.
La prima apparizione sulla scena politico-amministrativa della città il progetto la fece durante la breve parentesi dell’amministrazione Buccico, che prese atto della presentazione nell’ambito del Piano Casa, per poi essere rigettato dal successore Adduce e rientrare, alla fine, nel bando di cui sopra.
Ora si trova alla Regione per la valutazione degli effetti ambientali e, una settimana prima della scadenza dei termini previsti per il 15 settembre scorso, Mutamenti a Mezzogiorno e Città plurale hanno dichiarato la propria contrarietà alla realizzazione di Matera 90 argomentandola in quattro, sostanziali, osservazioni: il progetto si estende su 53 ettari di suolo agricolo e non periurbano come previsto dalla legislazione cui fa riferimento; tale zona agricola è al contempo ad alta sensibilità paesaggistica e risultano ingiustificati tanto l’espansione, visto che in base ai dati Tarsu del 2011 Matera ha oltre duemila alloggi vuoti, quanto l’ulteriore consumo di suolo agricolo.
Di qui, in conclusione, la richiesta di non approvare il progetto e rimandarlo all’esame approfondito del Consiglio comunale di Matera, per un’attenta valutazione che in realtà fino ad oggi non c’è mai stata.