Corte Ue: “No a rinnovo automatico delle concessioni balneari”

I giudici di Lussemburgo si sono espressi su una vertenza che coinvolge l’Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato e il Comune di Ginosa (Taranto)

“Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente”. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue esprimendosi su una vertenza che coinvolge l’Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato e il comune di Ginosa (Taranto).

“I giudici nazionali e le autorità amministrative” italiane – aggiunge la Corte – “sono tenuti ad applicare le norme pertinenti” del diritto europeo, “disapplicando le disposizioni nazionali non conformi”.

I giudici di Lussemburgo erano chiamati a pronunciarsi sull’interpretazione della legge italiana che prevede la proroga automatica delle concessioni balneari, facendo chiarezza sulla validità, il carattere vincolante e l’effetto della direttiva Ue per i servizi nel mercato interno, nota come Bolkestein.
Nel dettaglio, la vertenza sotto esame risale al dicembre 2020, quando il comune di Ginosa, applicando la normativa nazionale, decise di prorogare automaticamente le concessioni andando incontro alla contestazione da parte dell’Autorita’ garante della Concorrenza e del Mercato.

La Corte ritiene che “l’obbligo per gli Stati membri di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente” per l’assegnazione delle concessioni, e “il divieto di rinnovare automaticamente un’autorizzazione” siano “enunciati in modo incondizionato e sufficientemente preciso dalla direttiva”. Alla luce di questi elementi, i togati europei hanno dunque stabilito che “i giudici nazionali e le autorità amministrative, comprese quelle comunali, sono tenuti ad applicare” le disposizioni europee, disapplicando invece “le norme di diritto nazionale non conformi”.