Mobilitazione dopo l’appello della Fondazione Sinisgalli per salvaguardare il patrimonio del poeta
Il consigliere regionale Aurelio Pace (gruppo misto) ha presentato una mozione urgente con cui si chiede al presidente della Regione “di acquisire informazioni sullo stato reale della situazione riguardante il materiale di Leonardo Sinisgalli e se sia reale il pericolo di dispersione”, e di “scongiurare tale pericolo inviando, come già concordato con il capo di gabinetto del ministro dei Beni Culturali Giampaolo D’Andrea, tutta la documentazione in nostro possesso al fine di attivare ogni misura affinché venga scongiurata la vendita all’asta del patrimonio, per evidente interesse culturale nazionale”.
La mozione è stata firmata anche da Nicola Benedetto (Cd), Luigi Bradascio (Pp), Carmine Miranda Castelgrande, Achille Spada e Vincenzo Robortella (Pd), Giannino Romaniello (gruppo misto), e Gianni Rosa (Fdi).
“La mozione – ha detto Pace attraverso l’ufficio stampa del Consiglio – è una prima risposta all’allarme lanciato dalla Fondazione Sinisgalli di Montemurro” poiché “nel suo testamento Sinisgalli espresse la volontà che la casa natia di Montemurro dovesse diventare un museo e i proventi dei diritti letterari utilizzati per sostenere il figlio, Filippo, e per tenere aperta la struttura museale”.
“Rivolgo anche un appello a tutti gli intellettuali – ha concluso Pace – anche non lucani, a sostenere questa iniziativa perché Leonardo Sinisgalli, come tante altri personaggi della nostra cultura, è un simbolo che va oltre i confini lucani e nazionali. Salvaguardare Sinisgalli significa salvaguardare il tesoro culturale italiano, che non ha confini di spazio e tempo e che noi tutti dobbiamo preservare soprattutto per le generazioni che verranno”.
All’appello della Fondazione è seguito anche quello dell’Università della Basilicata, ri-lanciato dalla Rettrice dell’Unibas, Aurelia Sole. L’Ateneo lucano che è socio sostenitore della Fondazione Sinisgalli sottolinea che per “incuria dell’erede, da settimane” secondo quanto ha reso noto la stessa Fondazione “è in vendita, nei mercatini dell’usato di Roma o in aste on-line , una parte fondamentale del patrimonio di Leonardo Sinisgalli. Si tratta di oggetti d’arte, libri antichi e moderni, dell’epistolario, di quadri ed altro materiale della casa romana del poeta-ingegnere”, depositato “da almeno cinque anni” nei containers di un’azienda di Roma dall’erede testamentaria che “non ha provveduto, da tempo, al pagamento del fitto” degli stessi. L’azienda, “come previsto da contratto, si è rivolta al Tribunale per rientrare economicamente della somma non percepita”.
Una parte del patrimonio di Sinisgalli è stato perciò ceduto, tra dicembre 2016 e gennaio 2017, al mercatino dell’usato e del baratto di Roma, mentre un’altra “consistente parte è in attesa di essere venduta on line, attraverso il meccanismo delle aste giudiziarie, a partire dalla fine di questo mese di aprile”.
Attraverso il sito web della Fondazione (www.fondazionesinisgalli.eu) è possibile fare una donazione, di qualunque cifra, utilizzando Paypal o i circuiti delle carte di credito.
Nel video l’appello della Fondazione