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Basilicata. Il centro Arpab di Metaponto nel programma di monitoraggio della “strategia marina”

  • In rosa nell'illustrazione, le aree di valutazione lungo le coste italiane

    In rosa nell’illustrazione, le aree di valutazione lungo le coste italiane

    Dal 27 ottobre scorso l’Agenzia Regionale per l’Ambiente di Basilicata ha dato avvio alla prima campagna a mare prevista dal Programma di Monitoraggio della Strategia marina finanziato con i fondi del Ministero dell’Ambiente previsto dalla Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino 2008/56/CE (MSFD, Marine Strategy Framework Directive).

    La campagna in questione prevede lo svolgimento di attività mirate a determinare – mediante la valutazione di una serie di parametri chimici, fisici e biologici – lo stato di qualità dell’ambiente marino nell’area di pertinenza di ARPAB che a sua volta rientra nella sottoregione Mare Mediterraneo Centrale e coinvolge le regioni Basilicata, Calabria e Sicilia e si svolgeranno con cadenza mensile.

    A darne notizia in un comunicato il direttore dell’agenzia regionale lucana, Aldo Schiassi. “Gli studi che verranno condotti attraverso la struttura del proprio Centro di Ricerche di Metaponto, costituiranno uno strumento fondamentale per la valorizzazione e la tutela del nostro mare e per la futura politica marittima italiana e dell’intera Unione europea”.

    “Le aree di indagine” è scritto nella nota “sono costituite da stazioni poste ortogonalmente alla linea di costa prospiciente l’area di Metaponto e alla foce del Sinni posizionate rispettivamente a 3, 6 e 12 miglia marine e a 2, 2, 5 e 3 miglia marine dalla costa”.

    Nelle stazioni saranno condotti studi finalizzati alla valutazione del carico di nutrienti e dei contaminanti sino ad una profondità di 100 metri. Il programma di monitoraggio prevede anche lo svolgimento di attività a terra che consistono nella valutazione qualitativa dei rifiuti spiaggiati in un’area compresa tra Bernalda (Metaponto), Pisticci e Scanzano Ionico.

    “L’obiettivo di tali studi” precisa il direttore generale Aldo Schiassi “sono la determinazione dello stato di qualità ambientale del mare ed le eventuali politiche necessarie a portare ad uno stato buono il mare entro il 2020 essendo consapevoli che l’ambiente marino costituisce un patrimonio prezioso che deve essere protetto, salvaguardato e, ove possibile, ripristinato al fine ultimo di mantenere la biodiversità e preservare la diversità e la vitalità di mari ed oceani che siano puliti, sani e produttivi”.

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