Annata 2012, meno uva ma vino di qualità

MATERA – Un’annata da segnare quella del 2012. Ognuna del resto ha una sua caratteristica perché l’andamento climatico influenza la qualità dell’uva e quindi quella del vino, come ci spiega Michele Dragone, che ci ha accolto nella sua azienda, alle porte di Matera, per mostrarci alcune fasi della lavorazione, dopo la vendemmia. Tanto sole e poca acqua e di conseguenza meno uva, quest’anno, con una riduzione complessiva valutabile intorno al 30 percento ma che condurrà ad una buona resa. Si parte dunque dalla pigiatura e dalla deraspatura ma per il primo bicchiere di vino, di quello materano doc, che da qualche anno è entrato nella hit parade dell’enologia nazionale, bisognerà aspettare. Per i bianchi e i rosati la prossima primavera mentre per il primo rosso almeno 15mesi. Nelle vasche di fermentazione, il mosto rimarrà per almeno sette giorni, a temperatura controllata, prima di diventare vino. Ma la lunga trafila non si ferma qui. Seguirà la pressatura, poi ancora lo stoccaggio e la seconda fermentazione dopodichè, finalmente, la prelibata e prestigiosa bevanda potrà stuzzicare i palati più raffinati ma soprattutto conquistare i mercati, che da sempre riservano una buona accoglienza al vino materano, come ribadisce ancora Michele Dragone, che nel settore opera da diversi decenni. Che poi però sottolinea: la nostra non è solo la terra del grano e dell’olio ma anche dei vini. È vergine e non contaminata, il che pone per certi versi a riparo l’uva dagli attacchi parassitari. La Basilicata dunque terra di vini. La terra dell’aglianico del Vulture, fra le produzioni storiche della regione, ma anche, in particolare, dei rossi, prodotti nel materano. Una cosa è certa. L’importanza del comparto per l’intera regione. Sicuramente per i numeri che rappresenta ma soprattutto per la capacità di fare da traino per le altre produzioni agro alimentari.